La nuova legge di bilancio 2023 è in arrivo e riguarda anche l’assegno unico di maternità: composta da 155 articoli, è arrivato alla Camera il 28 novembre. Si è così avviato l’iter di approvazione che dovrebbe concludersi entro il prossimo 31 dicembre per evitare l’esercizio provvisorio.
In periodi di cambio di Governo, conviene restare vigili più che mai rispetto ai cambiamenti sulle normative che ci interessano particolarmente.
Avrete sicuramente già letto delle eventuali novità sullo smartworking: un emendamento governativo alla legge di bilancio 2023 chiedeva la proroga per le categorie dei lavoratori fragili e dei genitori di figli minori di 14 anni fino alla fine dell’anno prossimo, sia nel settore pubblico sia in quello privato. Peccato che dalla nuova misura siano stati esclusi proprio i genitori con figli sotto i 14 anni, che potranno accedere allo smartworking solo nel caso di accordi collettivi del loro settore o di accordi tra i datori di lavoro privati e le rappresentanze sindacali.
Ma torniamo alle novità relative alla natalità. La Legge di Bilancio del governo Meloni rende più sostanzioso l’assegno unico:
- per il 2023 sono previste maggiorazioni del 50% per i figli nel primo anno di vita.
- Maggiorazione del 50% anche per i figli da 1 a 3 anni in famiglie numerose.
- Dall’importo di 100 euro si passa dunque a 200 euro.
- Previsto anche un bonus gemelli da 100 euro per i primi 3 anni di vita dei bambini.
L’assegno unico sarà decrescente per fasce di reddito. Ecco in sintesi di quanto aumenterà l’assegno (salvo modifiche):
- Isee fino a 15mila euro = aumento di +87 euro al mese (+1.050 euro all’anno)
- Isee fino a 20mila euro = aumento di +75 euro al mese (+900 euro all’anno)
- Isee fino a 25mila euro = aumento di +62,5 euro al mese (+750 euro all’anno)
- Isee fino a 30mila euro = aumento di +50 euro al mese (+600 euro all’anno)
- Isee fino a 35mila euro = aumento di +37,5 al mese (+450 all’anno)
- Isee fino a 40mila euro e oltre = aumento di +25 euro al mese (+300 euro all’anno)
Gli stessi importi si applicano ai figli da 1 a 3 anni di età, con almeno altri due fratelli/sorelle. In questo caso però c’è una differenza: per gli Isee oltre i 40mila euro non viene riconosciuta la maggiorazione del 50%.
Confermata infine la maggiorazione dell’assegno in caso di figli con disabilità. Nei fatti, su questo punto, per i cittadini non cambia nulla: l’unica differenza è che la norma prima era transitoria e adesso è stata resa strutturale.
Ricordiamo che la legge di bilancio, composto da 155 articoli, è arrivato alla Camera il 28 novembre. Si è così avviato l’iter di approvazione che dovrebbe concludersi entro il prossimo 31 dicembre per evitare l’esercizio provvisorio.
Per cui, mi raccomando, continuiamo a seguire per capire come evolvono le cose e cosa dovremo considerare per le nostre eventuali richieste di supporto economico.